Pace della mente e “Qui e ora”
- Pubblicato in Alimentazione e Benessere
Uno dei temi più affascinanti per chi cerca insegnamenti che lo possano aiutare a trovare la pace interiore è la ricorrente ricetta: “Sii qui e ora”.
Uno dei temi più affascinanti per chi cerca insegnamenti che lo possano aiutare a trovare la pace interiore è la ricorrente ricetta: “Sii qui e ora”.
Verso la fine di febbraio le giornate hanno veramente cominciato ad essere un po’ più lunghe, e anche se c’è ancora freddo, pioggia o neve, e certamente non abbiamo smesso di sentirci bene al riparo in casa, si comincia già a sentire un cambiamento nell’aria. Chi vive vicino alla natura, anche solo un bell’albero, un piccolo giardino, avrà certamente notato che in questo periodo gli uccellini cominciano a cantare tutti insieme appena la luce del giorno appare, come se fossero felici della stagione che avanza. Si preparano ad un momento importante costruendo il nido e corteggiando le potenziali compagne, in attesa di iniziare una nuova generazione.
Avvicinandosi alla filosofia indiana e allo yoga nelle sue varianti, si sente spesso parlare del Guru. Guru è una parola che in sanscrito significa “Colui che disperde il buio dell’ignoranza e accompagna verso la Luce” e viene comunemente chiamato anche Maestro. Le descrizioni nei libri parlano di una figura che può essere nota o semisconosciuta, vivente o del passato, che appare nei sogni o in visioni… Il tratto comune di tutte le descrizioni è sempre il rapporto stretto di rispetto, ascolto e amore che accomuna tutti i discepoli.
Chi sono Io? La pratica fondamentale.
La parola con la quale siete nati è una sola: “Io”, l’Âtma. Il termine Âtma e il termine “Io” si equivalgono. L’Âtma non ha una forma specifica. Io, io, io, io: se cercate di riconoscere la natura dell’«Io», non avete bisogno di altre pratiche spirituali. 1
In questo articolo vorrei portarvi in un viaggio affascinante, nei misteri del corpo che ci permette di agire su questa Terra. E come in un viaggio vero, fatevi portare in territori diversi, e godetevi il panorama.
Molti maestri hanno detto che la mente è come una chiave, girandola da un lato ci intrappola in pensieri non produttivi, girandola dall’altro ci libera negli spazi della gioia. Uno dei modi migliori per girare la chiave dalla parte giusta, per usare la mente verso la gioia, è la gratitudine. Di solito ci figuriamo la gratitudine come un sentimento piacevole che nasce quando ci succede qualcosa di bello, arriva un dono, incontriamo qualcuno che ci aiuta, e così via. Ma la gratitudine non è solo un sentimento, è un’energia molto forte che può venire coltivata, e da piccolo seme diventare un albero capace di donare ombra e frutti a molte persone.
Sempre più si sente parlare della meditazione come di una panacea per i problemi di stress e squilibri emotivi della vita, i medici la consigliano, i vari consulenti olistici la insegnano. In precedenza ho trattato l’argomento, e vi rimando anche agli altri articoli per ampliare il discorso. Ma sapete che la meditazione può anche essere una fonte proprio di quello che vorrebbe curare, cioè lo stress? Si sente dire a volte: “Ho provato a meditare, ma mi sono alzato più nervoso di prima…” “Non riuscivo a fermare i pensieri, sono stato fermo un’ora a cercare di calmarmi ma non ci sono riuscito…”
Le nostre mani sono un po' la parte tuttofare del nostro corpo, ci avete mai pensato? Sono lo strumento che ci permette di prendere oggetti e farci qualcosa, e tutti sappiamo quante cose si possono fare con l’aiuto delle mani. Ma non sono solo strumenti per afferrare e muovere oggetti. Accompagnano le parole sottolineandole e spiegandole visivamente, nascondono o mostrano, carezzano e curano, quante cose passano dal movimento delle mani! Non c’è da stupirsi se nelle dita passano gli 8 meridiani principali secondo il sistema energetico cinese, e se sono così importanti per veicolare l’energia del cuore e dell’universo nei sistemi della pranoterapia e del Reiki e tecniche simili.
Pranayama significa controllo del Prana. Ma cos’è il Prana? E’ la definizione in lingua sanscrita per energia vitale, ed è presente dovunque. Prana circola nel nostro respiro e nel nostro corpo, è il fuoco nel Sole e il fluire nell’Acqua, è la velocità nel Vento e la coesione nella Terra, è la Vita che si esprime.
Nel percorso in 8 parti di Patanjali, che abbiamo riassunto negli articoli precedenti, il collegamento tra mente ed emozioni, corpo e spirito si presenta continuamente. Assieme agli asana possiamo prendere in considerazione anche i mudra, gesti delle mani che muovono con precisione l’energia attraverso i meridiani.
I nostri principali meridiani attraversano il corpo dalla testa ai piedi, e l’importanza delle mani nella nostra vita ha fatto sì che in esse si sviluppassero collegamenti stretti con tutto il resto del corpo e della nostra fisiologia e circolazione dell’energia.
Sperimentare i 5 elementi in una sessione di yoga.
Ogni cosa riflette una parte di Dio. La Terra è un membro di Dio, e così il vento, l’acqua e l’aria. Anche l’âkâsha (spazio, etere) è parte di Dio. Questa era la ragione per cui anticamente tutti questi elementi venivano venerati come espressioni del Divino. La Madre Terra o Bhu Devi, il Fiume Gange o Ganga Devi, il Dio Vento (Aria) o Vayu Deva, il Dio Fuoco o Agni Deva e il Dio Spazio o Âkâsha Deva. Gli antichi vedevano in tutto la presenza di Dio e lo adoravano. (1)
Dharana è il 6 passo da compiere in questo viaggio verso il Sè, ma è anche qualcosa che ci è indispensabile in ogni momento della vita: significa concentrazione. La concentrazione è ciò che ci permette di leggere un libro, tagliare il cibo in pezzi regolari, guidare un’auto, parlare con un amico in mezzo alla folla… in ogni istante della giornata siamo più o meno concentrati a fare o notare qualcosa.
Tra gli 8 “arti” dell’ottuplice sentiero dello yoga di Patanjali Pratyahara occupa il quinto posto, quindi entriamo nella seconda metà delle pratiche, se vediamo il percorso come una serie di tappe, nella sua parte più meditativa, rivolta sempre più all’interno.
I primi 2 passi che Patanjali ci descrive nel percorso dello yoga sono Yama e Niyama, 10 regole che stanno alla base di una vita responsabile, pura, capace di portare beneficio a sé stessi e alla società. Sono regole semplici, le famose indicazioni che si imparano da piccoli e dovrebbero guidare la nostra vita in automatico.
Le asana, parola che in sanscrito vuol dire postura o posizione, sono la parte più visibile dell’Astangha Yoga descritto da Patanjali. Astangha è una parola che significa “8 arti, o membra” e indica le varie sfumature che compongono lo Yoga.
Yoga per la vita
La parola yoga ormai porta con sè un messaggio positivo di salute, rilassamento e miglioramento dello stato psicofisico. C’è stato un enorme cambiamento nella percezione di questa disciplina che solo pochi anni fa era relegata alle pratiche complicate e naive dei “figli dei fiori”. Eppure la comprensione di questa disciplina è ancora parziale e con questa serie di articoli vogliamo creare chiarezza sulle potenzialità dello yoga.
Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. [1]
L’Amore nella parola è Verità. L’Amore in azione è Retta Condotta. L’Amore nel pensiero è Pace. L’Amore nella comprensione è Non violenza. [2]
Per Amore si intende l’Amore incondizionato.