Il mantra OM - cantiamolo insieme

I mantra sono brevi frasi, o parole, che vengono ripetute mentalmente o ad alta voce per avere un riscontro nella parte fisica, emotiva, o spirituale. Originariamente la parola ha una radice sanscrita e significa “lo strumento (tra) del pensiero (man)” o anche “la parola che protegge”.

La radice di questo termine, infatti, la possiamo ritrovare anche nel latino mens (da cui il nostro ‘mente’); andando a cercare qualche altra lingua, poi, con vari mutamenti la troviamo anche nell’inglese mind (‘mente’) e nel greco αὐτόματος (autòmatos, che tra le altre cose significa anche ‘volontario, di proprio impulso’, quindi un qualcosa che agisce per azione del suo stesso pensiero). Questo pensiero, poi, si esplica nella pratica nelle formule, chiamate anch’esse mantra.

Alle origini del pensiero religioso dell’India antica non vi era un’idea di rapporto con la divinità invocata come una figura con cui parlare; la divinità veniva invocata tramite il mantra dal fedele, il quale aveva come fine l’ottenimento di qualcosa. Il mantra, quindi, era appunto lo strumento che permetteva, attraverso la sua recitazione, di ottenere qualcosa grazie all’invocazione della divinità.

Ora in Occidente un mantra è visto comunemente come una frase che ci definisce o ci motiva, per esempio “Svegliati e sorridi al mondo” oppure “Sono qui per aiutare”. Ma non è di questo che ci occuperemo qui: vi parlerò di un mantra universale, noto praticamente ovunque anche grazie al suo abbinamento con la pratica dello yoga.

Questo mantra è la sillaba OM, considerata come la vera e propria "pietra di volta" dell'intera spiritualità hindu. Come dicono infatti le Upanisad, brevi composizioni situate alla fine dei Veda e che ne riassumono lo scibile:

"L'essenza dell'uomo è la Parola,
l'essenza della Parola sono i Veda,
l'essenza dei Veda sono i Sama Veda,
l'essenza del Sama Veda è l'Om".

Nell'OM sono contenuti, secondo le Upanisad, tutti i significati spirituali dei singoli mantra dei quali è radice e seme, essendo una diretta emanazione del suono cosmico primordiale, della parola creatrice che risuona dell'origine nell'intero universo. In questo senso è il pranava, il suono eterno, senza inizio e senza fine, che incessantemente vibra negli atomi e negli elettroni del mondo materiale, del quale costituisce il fondamento vibratorio. Esso risveglia in chi lo canta uno stato di calma e chiarezza, aumenta l’intuizione, riduce lo stress ed equilibra l’energia mentale e fisica. Aiuta in questo modo la purificazione interiore e sostiene nel cammino spirituale scelto.

Uno degli aspetti principali di questo mantra, sul quale raramente ci si sofferma, è costituito dalla sua componente acustica che ne rappresenta l'essenza più intima ed è il vero segreto della sua potenza. Secondo la tradizione vedica, un mantra è efficace solo se intonato nella maniera giusta, perché la sua forza risiede, prima ancora che nel suo significato verbale o concettuale, proprio nel suono, nella risonanza, nella vibrazione acustica.

OM è la forma con cui normalmente viene cantato, ma nella sua forma estesa è AUM. Il suo significato non cambia tra forma contratta e forma estesa, ma sono usate in modo diverso in base alle circostanze.

Il mantra OM quindi è un'unica sillaba, ma composta da 3 suoni distinti che nella recitazione si fondono uno nell’altro: A, U e M. Questi 3 suoni hanno ciascuno un significato specifico:

A – è associato allo stato di veglia, che per il realizzato è l’oscurità, l’ignoranza, e il tempo presente
U – è associato allo stato di sogno, all’inconscio, al dinamismo e al tempo passato
M – è associato allo stato di sonno profondo, alla verità, alla purezza e al tempo futuro

C’è inoltre un elemento finale che compone questo mantra: il prolungarsi della vibrazione e il silenzio a polmoni vuoti che segue l’espiro. Questa fase importante del canto dell’Om invita a vivere appieno lo stato di ‘beatitudine’ portato dal silenzio e dall’immobilità, e il senso di unità che esso trasmette.
A questa fase finale di silenzio corrisponde anche un altro stato di coscienza, chiamato Turiya, che trascende i primi tre – veglia, sogno, sonno profondo – e ci porta al di là dell’identificazione col corpo e con la mente. In quest’ultimo stato non si trovano più tracce di dualità e di separazione, considerate la fonte di qualsiasi dolore secondo la filosofia yogica.
L’OM viene rappresentato graficamente dal simbolo ॐ, composto a sua volta da 5 simboli grafici, come puoi vedere dall’immagine qua sotto.

1. Sushupti. La prima linea, la parte superiore del “tre”, indica sushupti, uno dei quattro stati della coscienza, e si riferisce a uno stato di sonno profondo senza sogni, quando la mente cessa ogni attività
2. Jagrat. La curva inferiore del “tre” simboleggia lo stato di veglia jagrat, quello che le persone provano quando non dormono.
3. Swapna. La linea curva al lato destro, situata centralmente all’interno del simbolo OM, rappresenta swapna, uno stato di sogno che si trova proprio tra il sonno profondo e lo stato di veglia.
4. Maya. La linea curva sopra la parte centrale, un semicerchio che separa il punto dalle altre linee, è come un velo, un impedimento al raggiungere la beatitudine
5. Turiya. Infine troviamo il punto superiore che rappresenta turiya, la parola sanscrita che rappresenta uno stato di coscienza puro, uno stato di totale calma e pace interiore, al di là di mente e corpo, al di là della dualità

Veniamo alla pratica. Per ottenere una prima esperienza anche su mente e corpo il miglior modo di cantare la sillaba OM è cantarla 21 volte, la mattina appena svegli, e volendo la sera prima di andare a dormire per chiudere ed armonizzare la giornata.

Il corpo è seduto in una posizione comoda, con la schiena eretta e gli occhi chiusi, il respiro è lungo durante l’espirazione cantata, e altrettanto lungo durante l’inspirazione successiva.
Se sorge spontanea una pausa a polmoni vuoti è molto nutriente perché ci permette di toccare il silenzio profondo al di là di ogni altra cosa. Non si fa invece alcuna pausa a polmoni pieni.
La lunghezza del respiro è importante, ma viene acquisita man mano con la pratica, è importante non sforzarsi all’inizio.

Si può cantare A-U-M facendoli vibrare rispettivamente nella parte inferiore, centrale, superiore della colonna fino alla cima del capo; o dal centro dell’essere (zona diaframma e cuore) alla periferia allargando la coscienza e l’ascolto in tutte le direzioni; oppure anche facendo vibrare 3 volte ogni sillaba nei sette chakra, a partire dal primo, Muladhara, e finendo con quello sopra la testa, Sahasrara.
Naturalmente si può anche solo ascoltare il suono e la vibrazione senza concentrarsi particolarmente sulla sua posizione, ciò che è importante è allungare progressivamente il canto e il successivo silenzio, quindi l’espirazione e la pausa a polmoni vuoti, mentre l’inspirazione arriva spontaneamente e con facilità, probabilmente appena inferiore come durata all’espirazione, se la pausa a polmoni pieni non si è protratta forzatamente troppo a lungo.

Il canto deve risuonare come il suono di un aeroplano che passa sopra di noi in cielo, all’inizio delicato prende poi forza e termina delicato, e può essere anche recitato silenziosamente: in questo caso la concentrazione sarà più intensa ed interiorizzata, e per questo più difficile all’inizio.

Il mantra non richiede di credere nel suo potere per mostrarci i suoi effetti, e nello specifico il mantra OM nasce nell’induismo ma non è legato ad alcun credo, o religione, è pura vibrazione purificante, e quando i veli saranno dissolti, conosceremo la verità.

“Nell’uomo c’è la Verità. Nell’uomo c’è la Saggezza. Nell’uomo c’è l’Infinito.”

Sathya Sai

Qui troverete un video con il suono della OM:

https://www.youtube.com/watch?v=ijfLsKg8jFY

Qui troverete dei video sulla creazione di forme mediante il suono, notate come ogni vibrazione abbia un effetto reale e armonico sulla materia. Stessa cosa nel nostro corpo quando cantiamo!

https://youtu.be/YQu9yiK236A?si=lwyQ9W40QK_Ft_aC

https://youtube.com/shorts/niDAFZdAIZg?si=UWdqNNQbSDRPqZid

Laura Sabbadin
Insegnante di Yoga e ai Valori Umani

Laura Sabbadin

Educatrice

Sito web: www.saivivere.it

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