Pace della mente e “Qui e ora”

Uno dei temi più affascinanti per chi cerca insegnamenti che lo possano aiutare a trovare la pace interiore è la ricorrente ricetta: “Sii qui e ora”.

Queste frasi che scriverò non hanno l’ambizione di fare assoluta chiarezza sul tema, piuttosto voglio accompagnarvi in un viaggio di scoperta del valore del tempo, dello spazio, e del ruolo della vostra mente riguardo a questa frase, in maniera succinta e semplice.

Partiamo dalla mente, quindi. La mente, vista da un punto di vista filosofico, è un contenitore di ricordi, di idee e di immaginazioni sul futuro, fornite di tutte le emozioni e percezioni. Guardandola attraverso le parole della Treccani, è:

Il complesso delle facoltà umane che più specificamente si riferiscono al pensiero, e in particolare quelle intellettive, percettive, mnemoniche, intuitive e volitive.

Come viene definita da Patanjali, il grande padre dello yoga? Egli ci dice che:

Yogaś citta vṛtti nirodhaḥ

Lo Yoga è la soppressione delle modificazioni della mente.
Lo Yoga è la sospensione delle vṛtti in citta, la sospensione delle agitazioni mentali.
Lo Yoga è quindi l’immobilità della mente (Citta = Bhuddi (Intelletto)+Ahamkara (Senso dell’io)+Manas (Mente))

Per Patanjali il termine citta comprende:
– Quella che noi definiamo nella moderna psicologia la mente ordinaria (chiamata manas secondo il principio filosofico del Sankhya).
– Il principio dell’Io individuale (ahamkara).
– L’intelletto, la coscienza, (definiti col termine bhuddi dalla Filosofia indiana).
Negli Yogasutra la parola citta si riferisce perciò ad un termine più ampio, che comprende anche quella che noi occidentali conosciamo come mente.

E quindi possiamo capire che la mente, basandosi sul senso dell’io inteso come ego, come essere individuale separato dal mondo, e usando i ricordi come mattoncini da ricombinare per costruire il paesaggio del futuro, lavora incessantemente saltando dal passato al futuro per darci una continuità di vita e una lettura del presente; quindi saremo felici se ciò che viviamo lo vediamo filtrato da un passato simile e felice per noi, saremo tristi se ciò che viviamo ci fa prevedere un futuro peggiore, che elaboriamo però sempre da ricordi del passato, non importa se sono personali o acquisiti dall’esterno.

Sathya Sai ci parla così della mente:
Tutto dipende dalla mente.
È la mente che causa tutta la schiavitù o la liberazione dell’uomo. È sempre e solo la mente all’origine di tutto. Dov’è la mente? Voi credete che si trovi in voi. No. Assolutamente. “La mente è la base dell’Universo”, come dicono le Scritture. Della mente è pieno l’Universo; la mente è presente in ogni anfratto del mondo, e pure dentro di voi.

Sono tutte informazioni che mostrano la difficoltà di capire cos’è veramente, come funziona, e che ruolo ha nella nostra vita, anche se il buonsenso ci porta a vedere facilmente che se i nostri pensieri, cioè ciò che costituisce gran parte della mente, sono felici, lo saremo anche in mezzo a circostanze difficili, e viceversa. Gran parte degli insegnamenti per avere la pace mentale portano il discorso sul governare la mente e darle una direzione che ci aiuti, piuttosto che esserne succubi e precipitare a causa sua in emozioni spiacevoli.

Al contrario della mente, il tempo e lo spazio sono grandezze note e misurabili, vero? Sì e no. Dal punto di vista della materia, abbiamo delle scale di misura scientifiche accettate da tutto il mondo: il metro, cioè la lunghezza che la luce percorre nel vuoto in un intervallo di tempo pari a 1/(299 752 458) secondi, e il secondo, storicamente corrispondente alla 86.400ª parte del giorno solare medio, definita attualmente come la durata di 9.192.631.770 periodi della radiazione emessa dall'atomo dell'isotopo 133 del cesio in una transizione energetica specifica.

Queste 2 misure definite così precisamente dalla scienza, per la mente acquistano un significato completamente differente. La mente è capace di ricordare eventi accaduti poco ma anche tantissimo tempo prima. E’ capace di vedere e relazionarsi con la stanza in cui siamo, ma anche con un luogo diverso e lontano, creando in ogni caso, sia che “immagini” elementi attuali, o nel passato e nel futuro, un effetto elettrochimico tangibile e misurabile nel corpo, cosa che è alla base per esempio delle tecniche di neurofeedback, utile tra l’altro in casi di epilessia, ADHD, ansia, disturbi del sonno, PTSD e molti altri disturbi.
Ma questo fa sempre parte del mondo fenomenico, e non è su questo che si basano le 2 assunzioni dei maestri citate qui sopra. Patanjali scrive che Yoga, una parola che significa unione, è la sospensione delle attività mentali, l’immobilità della mente.

E siamo finalmente arrivati al “qui e ora”. Ramana Maharshi insegna:
Non c’è né passato né futuro. C’è solo il presente. Ieri era il presente per te quando l’hai sperimentato, e domani sarà anche il presente quando lo sperimenterai. Pertanto, l’esperienza ha luogo solo nel presente e al di là dell’esperienza non esiste nulla.

Nel qui e ora, esistiamo pienamente, e la mente può fermarsi. Il mondo e la sua attività continuano, spinte dalla tensione tra gli opposti che caratterizza l’esperienza fenomenica, e noi possiamo, se fermiamo davvero la mente e le sue modificazioni, i suoi salti nel passato e nel futuro, sperimentare l’espansione della coscienza che ci permette di vivere la presenza ovunque e contemporaneamente. Rimane probabilmente un piccolo ego separato e distinto fino a che siamo incarnati in un corpo, ma all’interno si apre la Coscienza unica e infinita. Il passaggio è istantaneo, come se fossimo in una stanza chiusa e buia, cioè la mente-ego, e aprissimo la porta per uscire in una nuova dimensione, lo spazio esterno luminoso, dove tutto si può distinguere con chiarezza. E non solo può essere istantaneo, è anche necessario fare un vero e proprio salto di coscienza, dall’immaginare uno stato di espansione a partire dai ricordi mentali verso il vivere un’esperienza diretta non mediata dalla mente, che tace non avendo riferimenti utili.
Come ci dice un altro grande maestro indiano Sri Nisargadatta Maharaj:
Nella quiete della mente mi vedevo come sono – libero.

Eckhart Tolle, un maestro contemporaneo, ci dice:

Nel momento in cui inizi a osservare la parte di te che pensa, si attiva un livello superiore di consapevolezza. Allora comprendi che esiste un vasto regno di intelligenza oltre il pensiero e che quest’ultimo ne è solo un aspetto minore. Comprendi anche che le cose che contano davvero (la bellezza, l’amore, la creatività, la gioia, la pace interiore) sorgono al di là della mente. E inizi a risvegliarti.

Con l’augurio di entrare nella pace del qui ed ora, grazie per la vostra partecipazione a questo argomento così affascinante.

Esperienza pratica:

Durante la meditazione, e anche durante la vita attiva, fate attenzione agli spazi di silenzio tra un pensiero e l’altro. Lì si manifesta la nostra essenza, il Sé, e siamo nel flusso della vita che vive in noi, senza bisogno di essere commentata, spiegata, modificata. E’ lo stato di flow degli artisti, quando sono tutt’uno con la musica, con la pittura, la danza… Lo stato di rilassata concentrazione quando si fanno movimenti noti con la massima attenzione, lo stato di pura contemplazione davanti allo splendore della natura…. Sono molti i momenti in cui siamo senza pensieri, e il passo successivo è inchinarsi alla vita che fluisce riconoscendo che è la nostra vera natura. Piano piano, dell’ego rimarrà solo ciò che serve per sostenere il corpo, e il resto sarà magia di osservare/partecipare alla Creazione divina, di percepire chi siamo davvero e qual è il nostro compito, nel qui e ora, costantemente.

Laura Sabbadin
Insegnante di Yoga ed Educatrice ai Valori Umani

Laura Sabbadin

Educatrice

Sito web: www.saivivere.it