Lo Spazio della Libertà

…Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta. (1)

La libertà è per l’Uomo ciò che l’aria è per gli uccelli, l’acqua per i pesci, e la terra per le innumerevoli specie che vi camminano. Umanità compresa.

Il “Faber quisque suae fortunae est” è affermazione del romano Appio Claudio riportata dallo storico Sallustio e resa famosa, dopo la bruma del Medio Evo, come stile di vita nella cultura Umanistico-Rinascimentale. In questo tempo, il fondatore di uno Stato era esemplare modello dell’artefice di sé stesso e della libertà. Egli doveva esplicare virtù quali forza, coraggio, astuzia per proteggere i sudditi. Non gli si addiceva la debolezza, ma l’uso della forza era finalizzato esclusivamente, non all’arbitrio personale, che lo avrebbe distrutto, ma alla sicurezza dello Stato e dei suoi abitanti. (2) L’uomo non è creatura definita nei suoi comportamenti come gli angeli o come gli animali, così aveva già sostenuto Giovanni Pico della Mirandola in una famosissima Orazione che espresse lo spirito libero, creativo ed ottimista agli albori dell’età moderna: l’uomo è libero, proprio in ciò risiede la sua vera dignità, che lo vede responsabile delle sue scelte.

Il potenziamento del senso della libertà umana, come tutti sappiamo, ha avuto una spinta notevole dalla scoperta delle Americhe e di altri nuovi mondi, nonché dalle scoperte scientifiche e tecniche. Studio della dinamica e delle forze fisiche (Galilei), eliocentrismo (Copernico), legge di gravitazione universale (Newton), calcolo infinitesimale (Leibnitz), leggi chimiche degli elementi nelle loro combinazioni atomico-molecolari (Avogadro), etc. hanno dato all’uomo sempre più, non solo il senso di una libertà sovrumana, ma anche di un potere sulla Natura che non aveva più bisogno dell’ipotesi di un Dio Creatore o di un’Intelligenza Ordinatrice.

Davanti a Dio tutto è identico. Ogni aspetto dell’universo è una manifestazione divina. Non si devono fare distinzioni fra Natura e Dio, che sono strettamente connessi ed operano su basi di reciprocità, in un rapporto di oggetto-soggetto.

L’uomo vede le forme della Creazione e ritiene che essa consista essenzialmente in ciò che riesce a vedere. (3)

Il filosofo tedesco Immanuel Kant (1724/1824 ) sostenne l’esistenza di un Dio non dimostrabile con la limitata logica aderente ai fenomeni naturali, ma Garante  della libertà e della felicità dell’Uomo in una vita ultraterrena di Beatitudine. (4)

Lentamene, ma inesorabilmente, l’uomo ha “demolito” Dio e sé stesso; si è ritrovato sperduto in un Cosmo che vuole vedere sempre più piccolo ed alla sua portata con i suoi sofisticati strumenti, ma riscoprendolo, sempre di più, immenso e oltre la sua comprensione.

Purtroppo per noi, “l’infinito fuori”, conoscibile con i sensi, non ci permette di sondare “l’Infinito dentro” di noi, intuibile con l’auto indagine. Parafrasando George F. Hegel (1770/1831), astro dell’idealismo romantico tedesco, noi abbiamo la “tendenza a sfuggire la fatica del concetto”, vale a dire del Pensiero pensante.

Questo è un forte limite. Infatti, quando l’uomo non riesce a cogliere nella Natura la luce del Sacro o la presenza della Provvidenza (Spirito) nella Storia, o delle categorie logico-ideali nella Società con le sue istituzioni, come Famiglia, Società Civile e Stato, stabilisce una  dicotomia  che è fonte di ansie,  paure,  preoccupazioni nell’umanità contemporanea, disancorata dal mondo dei Valori, quindi, dalla sua profonda e vera essenza, sempre in balia dell’illusorio e fugace che l’uomo rincorre continuamente invano.

Che cos’è questa libertà? Vuol forse dire far ciò che piace? Assolutamente no. La vera libertà non è quella che si è fatta schiava dei sensi. In quel modo, come potete essere liberi? E’ una libertà solo temporanea e, oltretutto, la vostra libertà, non dovrebbe mai interferire con quella degli altri. Come ottenere la libertà? La libertà consiste nel controllo dei sensi. Riducete quindi i vostri desideri: sono essi che distolgono la vostra mente. Se un uomo vuole essere libero di bere, cosa accadrà alla sua libertà quand’egli sarà alticcio? La libertà non significa essere permissivi. La vita è come un lungo viaggio. Meno sarà il bagaglio, più confortevole e piacevole sarà il viaggio. Limitate i vostri desideri ed anche i legami si ridurranno. Quando questi legami saranno ridotti, allora goderete la vera libertà. La vera libertà nasce dalla realizzazione del Sé ed è il fine della saggezza. (5)

La modernità vive un profondo paradosso: abbiamo la possibilità di muoverci verso ogni Paese, con tutti i mezzi più avanzati e comodi come aerei, navi, auto, moto, di comunicare in tempo reale con pc, tablet, smartphone, ma lo spazio interiore è sempre più afflitto, sempre più controllabili le nostre idee omologate da questi mezzi, sempre più massificate le nostre aspirazioni che si muovono, in buona parte, sul piano dell’Interesse materiale, della soddisfazione di ambizioni di Potere, sulla carenza di senso valoriale, che qualifica una Vita degna di essere vissuta, perché si nutre di una vera  e non di una falsa Libertà.

In ogni tempo, i grandi Filosofi, i grandi Maestri hanno insegnato all’Umanità a percorrere strade di Virtù, di Rettitudine e Giustizia, di Fratellanza, di Saggio Discernimento nella scelta delle Azioni da perseguire, per essere autenticamente Umani.

Il loro esempio varca la soglia dei secoli, ci parla e ci ispira ancora negli scritti che ci hanno tramandato, sono l’acqua pura di sorgente a cui abbeverarsi per ritrovare la forza di proseguire una strada, che essi ci hanno chiaramente indicato.

Solo in tal modo, le sirene assordanti dei falsi miti diffusi dai mass media, delle ipocrite verità che assoggettano con i loro rutilanti colori possono essere lasciate indietro come macerie che non fanno parte del nostro mondo etico e spirituale, mentre la Verità e la Libertà si vestono di semplicità.
Ester Campoli
Insegnante di filosofia ed educatrice nei Valori Umani
(1) Dante, Divina Commedia, Purgatorio, canto I, vv 71-72
(2) Macchiavelli, Il Principe, 1513
(3) Sathya Sai, Dio e Natura, Par. 5 p. 33
(4) Critica della Ragion Pratica
(5) Sathya Sai, Discorsi 88/89 VOL. I.pg.220


Ester Campoli

Insegnante

Sito web: www.saivivere.it