Lo scarabocchio

In etimologia Scarabòcchio deriva dal gr. SKARABOS dal lat. SCARABEUS scarabeo, e mediante una supposta forma peggiorativa SCARABUNCULUS o SCARABUCULUS (v. Scarabeo).

Macchia d’inchiostro fatta scrivendo, che pare uno scarabeo sulla carta.

Deriv. Scarabocchiare; Scarabocchiato-re-trice ; Scarabocchiatura; Scarabocchino.

Sinonimi di: Scarabocchio (s.m.)
sgorbio, segnaccio, macchia, frego, arzigogolo, ghirigoro, schizzo, svolazzo, sbavatura, scrittura illeggibile, disegno informe, disegno mal riuscito, sgorbio, mostro, mostriciattolo, scherzo di natura

Quante volte vi sarà capitato di fare scarabocchi, scarabocchiando fogli di carta, foglietti giornali, ecc ... in un frangente dove la mente è occupata e stavate in ascolto di un’amica che parlava al telefono con voi, durante le lezioni dei professori quando si perdeva interesse, in alcune presentazioni del capoufficio …

Liberavate il segno attraverso un ghirigori cioè, un tratto con la biro che seguiva un flusso quasi di spensieratezza portandovi in un dinamismo creato da un segno.

Il segno, creato da una penna, che disegna qualsiasi cosa, e fa entrare in altre cose, che può servire a esprimere un’emozione o a ricordare momenti fugaci infantili o ad avvisare di un nuovo inizio.

Lo scarabocchio, ti fa conoscere qualcosa di te.

Questo segno poco leggibile e indecifrabile che s’ispira all’inconscio, ci permette un’operazione importante e cioè di scaricare, delle piccole tensioni mentali o emozionali accumulate, chiamate stress.

Il surrealismo è la magica sorpresa di trovare un leone in quell’armadio in cui si voleva prendere una camicia. 1

Lo scarabocchio mi permette di essere vuoto, senza pensieri, non sono sottoposto alla volontà di altri, nel senso che non ricevo indicazioni per procedere nel disegno, sto in ascolto e libero. Attraverso il tracciato che faccio, con la penna o matita colorata, con una serie di movimenti che creo spirali, oppure linee in un andirivieni da destra a sinistra, scarabocchio, pastrocchio, faccio arzigogoli aiutandomi a rilassare la mente per alcuni secondi per ritrovarmi senza pensieri. Circoscrivo lo scarabocchiare, il mio piccolo caos interiore in uno spazio dedicato e ben definito che è il foglio.

Il tratto creato con la penna, su carta, può essere uguale, disuguale, può essere lineare, forte, calcato, leggero o controllato e impulsivo.

L’impressione che lascia questo semplice atto spontaneo, che abbiamo compiuto tante volte, attraverso un segno dinamico, è una piccola emozione che si è liberata, attraverso il movimento della biro. Buttando lo sguardo su questo disegno caotico, ci si sente un po' turbati avendo l’abitudine a ridurre tutto ciò che facciamo ad uno schema ordinato e ordinario.

Il bimbo nell’infanzia impara a parlare, poi scarabocchiare in seguito disegna per poi arrivare a scrivere. Nell’ambito della psicologia, si da importanza agli scarabocchi creati dai bambini per valutare il loro stato emotivo.

Stando presente all’atto di scarabocchiare, siamo testimoni di imprimere sulla carta un segno, seguito da un effetto, che aiuta all’emozioni in modo delicato di liberarsi.

Sul foglio si manifestano un groviglio di disegni, collegate al nostro sentire ai nostri sentimenti, si può con il tempo imparare ad accoglierli come una madre amorevole, ad osservarli senza giudizio.

Si possono raccogliere i fogli su cui si sono fatti nel tempo gli scarabocchi, per poi dedicarci all’osservazione interpretando, in modo semplicistico la nostra piccola creazione.

Proviamo a scarabocchiare insieme, in un piccolo laboratorio guidato: per poi proporlo, se vi fa piacere, ai vostri bimbi o nipotini.

Mettendoci in ascolto della musica, iniziamo a fare con la biro un punto centrale in un foglio, fermiamoci, respiriamo per alcuni secondi con gli occhi chiusi, riaprendoli fissiamo il punto per alcuni secondi creiamo ora un segno che serve a dare inizio al manifestarsi dello scarabocchio. Muoviamo ora in modo rapido e spontaneo la penna sul foglio facciamola danzare, sapete il ritmo musicale è costituito da una serie di suoni varianti, seguendo il ritmo con la penna sul foglio creiamo un nostro ritmo e lasciando andare le tensioni, ci stacchiamo dagli schemi, favorendo questa bizzarra azione, mediante la quale lo scarabocchio porta ad uno stato di leggerezza e di piccola liberazione.

Non ci sono più tecniche ma noi, il foglio e la penna, la musica conduce e il disegno prende forma senza tecniche in una disposizione armoniosa delle parti…il nostro spazio bianco, dove lo svolgersi spontaneo dello scarabocchiare diviene un piccolo momento di riempimento e di spensieratezza.

L’obiettivo non è quello di produrre un’opera d’arte, ma piuttosto di rafforzare il collegamento tra gli occhi, le mani la mente e il cuore: un promemoria pratico che, in sede di elaborazione, è necessario prima imparare a vivere un piccolo processo artistico.

Quando i pensieri si affollano a un ritmo troppo elevato, la mente, a volte imbocca una strada sbagliata. Bisogna fare riposare la mente se si vuole superare tale confusione.2

Tiziana Mesiano
Pittrice ed Educatrice ai Valori Umani

 

Suggerimenti di letture sull’argomento:

  • Evi Crotti, Alberto Magni, “Come interpretare gli scarabocchi”, Edizioni Red;
  • Marthe Bernson, “Dallo scarabocchioi al disegno”, Armando Editore;
  • Anna Oliverio Ferraris, “Il significato del disegno infantile”, Bollati Boringhieri;
  • Franca Medioli Cavara, “Il disegno nell’età evolutiva – esercitazioni psicodiagnostiche”, Bollati Boringhieri.

 

note:

  1. Frida Kahlo
  2. Sathya Sai

 

Redazione

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