La Bellezza

I Valori Umani, virtù e nobili qualità quali la rettitudine, la gentilezza, il rispetto, la cooperazione…, sono i pilastri dell’umanità. Si rendono manifesti in molte persone di buona volontà che si prodigano per applicarli coscienziosamente in ogni ambito del vivere. Benché poco mediatizzati, i loro sforzi seminano speranza e portano frutti. Ciononostante, le “brutture del mondo” spesso hanno il sopravvento. I nostri giovani assistono a continue tragedie, umane e naturali, che inglobano il pianeta e sembrano inghiottire il loro futuro in una sorta di rete nefasta. Serve a poco acclamare la ragione, il discernimento e il buon senso di chi dovrebbe essere “superiore alla bestia”. Gli avvenimenti di cui si è sempre più spesso spettatori ci rispondono che contrariamente all’uomo le bestie attaccano per istinto e fame, e si fermano quando la fame è soddisfatta. I ragazzi emulano ciò che vedono e imparano dal contesto e dall’ambiente che li informa, un ambiente fatto, ahimè, di scenari in cui princìpi universali come Pace, Amore e Nonviolenza, vengono messi alla prova quotidianamente da malefatte e disincanto.

In questo “marasma evolutivo”, due parole che si contraddicono a vicenda, c’è chi vorrebbe “tagliare la testa al toro”. A volte sarebbe bello poterlo fare con un categorico: “Fermate il mondo, voglio scendere!”. C’è poi chi punta il dito, ma raramente verso sé stesso, e chi va avanti come sempre e come se nulla fosse, senza realizzare la precarietà del nostro pianeta e di chi ci sta sopra. E c’è chi si aggrappa alla “Bellezza”, perché si dice che sarà “lei” a salvare il mondo.

La Bellezza! Già sentirne parlare ti apre il cuore, e la nostra attenzione si sposta altrove. Succede un po’ come quando si è di passaggio (e a passeggio) nella Città Eterna, Roma, e ci si accorge che se alziamo lo sguardo e osserviamo le costruzioni dal “secondo piano in su” scopriamo bellezze che prima non vedevamo. Salendo, tra fregi e cornicioni fin su ai tetti, la visione si arricchisce di decoro; e salendo più su e oltre si arriva ad abbracciare con lo sguardo persino angeli e santi che guardano invece “in basso” per benedire chi passa, e ricordarci che non siamo soli.

“La Bellezza salverà il mondo” è un’affermazione piena di fascino, però ci pone una domanda: di quale bellezza si tratta?

Intuiamo che non si riferisce meramente alla bellezza estetica, sebbene l’ordine, la misura e l’armonia siano un sinonimo di ciò che bello è. I paesaggi naturali esemplificano questa esperienza del bello, “…le tremule foglie dei pioppi trascorre una gioia leggiera…” cantava Pascoli, ma visto che la natura stessa è in pericolo a causa dei cambiamenti climatici, chissà se la bellezza su cui far leva sia quella naturale. Poi c’è l’arte, che è “consolatoria”, come suggeriva Thomas Mann, e la musica, che è una “…rivelazione, più alta di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia…”, come attestava Beethoven. Non c’è che dire: un bello sublime, che eleva lo spirito.

Scavando nella parola ne scopriamo la radice latina e il collegamento tra l’idea di bello e quella di bene; e se vera bellezza, quella a cui ci vogliamo protendere, è anche bontà, ciò ci avvicina ad un senso più intimo della parola, fatto di un respiro in cui la personalità, il carattere e l’anima sono un tutt’uno. Una siffatta bellezza è “pienezza”, e non ha nulla a che vedere con lineamenti o trucco, ma con la nostra interiorità.

La vera bellezza è interiore, spirituale. Non è un modo di dire, ma un’essenza che ci inonda di luce quando, realizzando che risiede nel cuore del nostro cuore, le apriamo la porta. È lei che ci trasforma e ci rimodella. Diventare coscienti della sua innata presenza e contemplarla innalza, purifica e ci colma di gratitudine, fino ad un punto in cui bello e bene diventano una cosa sola, e qualcosa di bello accade, ed è anche qualcosa di buono e di vero.

L’esperienza del bello è il riflesso di qualcosa in noi, che ci commuove e ci entusiasma perché ci assomiglia; accende il ricordo di ciò che siamo realmente. Sentiamo di appartenerle o vorremmo che fossimo noi a possederla. Ci riconnette ad una autenticità, ci fa sentire più veri, e persino più vivi. In modo simile una “bella persona” è chi ci innalza, ci solleva, ci sostiene. Basta il suo sguardo benigno per sentirci bene, e belli, a nostra volta.

Allora, quale sarà la bellezza che salverà il mondo?

Quando ci si trova davanti ad un muro senza modo di raggirarlo l’unica soluzione che rimane è di “ascendere” fino a superarlo in altezza. Come si fa? Guardando in alto. Facendosi aiutare dai “Santi e dagli Angeli lassù”, impareremo a guardare le cose da prospettive mai viste finora, a definire nuovi paradigmi e chiavi di lettura e a identificare modelli edificanti, in grado di ispirarci e indicarci la direzione da seguire. Man mano che accenderemo la luce insieme, la spinta in avanti diverrà più propulsiva e rigenerante, più salvifica.

Nel frattempo, teniamoci in allenamento (e in allineamento) con i valori in cui crediamo e rafforziamo la nostra coerenza, integrità e l’onestà con noi stessi; “raddrizziamo la nostra rettitudine”. Soprattutto diamoci alla creatività, per ri-creare la vita con la Luce della Vera Bellezza.

Quando c’è rettitudine nel Cuore, c’è bellezza nel carattere.
Quando c’è bellezza nel carattere, c’è armonia nella casa.
Quando c’è armonia nella casa, c’è ordine nella nazione.
Quando c’è ordine nella nazione, c’è Pace nel mondo.
-Sathya Sai

Suzanne Palermo
Scrittrice, Illustratrice ed Educatrice ai Valori Umani

Per bambini consultare la seguente scheda didattica.

Redazione

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