La Saggezza Eterna, la Natura e l’Uomo - Quinta Parte

Nelle tre religioni Abramitiche,
il concetto di “dominio dell’uomo durante la sua vita sulla terra” ha purtroppo creato molti fraintendimenti al riguardo del suo ruolo di responsabilità nel prendersi cura della Terra. Ciò ha determinato, di conseguenza, un suo eccessivo sfruttamento e abuso.

Dominio non significa licenza di sfruttamento; significa responsabilità. Questa errata impostazione teologica ha precluso na buona parte della comunità religiosa dalla cura del creato e da quei temi che si ritrovano in tutte le principali tradizioni mondiali. 1

In queste tre religioni esiste una rigida distinzione tra Creatore e Creazione e la convinzione che nessuna parte della natura sia, di per sé, divina.

Tuttavia, anche nei loro antichi testi religiosi, il dovere di cura è ben espresso e i rappresentanti moderni di queste fedi sottolineano l’importanza di comprendere il ruolo effettivo dell’uomo di salvaguardare il pianeta: il dominio dell’uomo non può essere inteso come licenza di abusare, rovinare, sperperare o distruggere ciò che Dio ha creato per manifestare la Sua gloria. Tale dominio non può essere altro che una gestione in simbiosi con tutte le creature.

Nell’Ebraismo,
l’uomo è visto come il capo e il custode della terra, ma gli viene ordinato di comportarsi e interagire con giustizia e compassione e di manifestare Tzedek, o giustizia/rettitudine.

Il Signore Dio prese l’uomo e lo mise nel giardino dell’Eden perché lo coltivasse e lo custodisse.2

I nostri saggi di un tempo hanno definito chiaramente la responsabilità umana di prendersi cura della Terra, mettendo in bocca a Dio queste parole: “Guardate le Mie opere, quanto sono belle e degne di lode. Tutto ciò che ho creato e stato fatto per il vostro bene. Pensate a questo e non corrompete né distruggete il Mio mondo; perché se lo corromperete, non ci sarà nessuno che lo rimetterà a posto dopo di voi.”3

Nel Cristianesimo,
l’importanza del dovere dell’uomo verso natura, in quanto creazione sacra di Dio, è stata sottolineata da alcuni dei suoi noti messaggeri:

- San Paolo, nella sua lettera ai Romani 1:20, dichiarò che la potenza eterna e la natura divina di Dio possono essere comprese e viste attraverso le cose che Egli ha fatto.

- Ildegarda di Bingen, badessa benedettina tedesca, scrittrice, compositrice, filosofa, mistica, veggente e medico (1098-1179), ha scritto:

Dio dona all’umanità per usarli l’alto e il basso della creazione.
Se questo privilegio viene usato in modo improprio,
la giustizia di Dio permette alla creazione di punire l’umanità.

Ordo Virtutum, 13a Visione:

- nel 1224, San Francesco d’Assisi, nel suo famoso Cantico di Frate Sole, chiamò tutte le creature suoi fratelli e sorelle, riconoscendone l’appartenenza ad un’unica famiglia interdipendente della creazione. Francesco, era ormai completamente cieco. Dopo una notte di grande sofferenza fisica, ebbe un’esperienza mistica che elevò il suo spirito.

Si rivolse quindi a lodare l’Altissimo per tutte quelle creature che non poteva più vedere, ma che sapeva essere suoi fratelli e sorelle, poiché provenivano dallo stesso Padre ed erano condivise con altri uomini e donne. Un ispirato senso di fraternità lo portò così a trasformare il suo dolore in lode.

Queste parole di descrizione di quell’eccezionale Cantico appaiono nell’ultima lettera di Papa Francesco all’ultima Conferenza UNEP di novembre 2023. 4

Papa Giovanni Paolo II, nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, il 1° gennaio 1990, aveva detto: “I cristiani, in particolare, si rendono conto che la loro responsabilità all’interno della creazione, e il loro dovere verso la natura e il Creatore, sono una parte essenziale della loro fede.”
Papa Giovanni Paolo II, “La Crisi Ecologica, Una Responsabilità Comune”

Papa Francesco ha detto nella sua Enciclica Laudato Sì: “Questa responsabilità per la terra di Dio significa che gli esseri umani, dotati di intelligenza, devono rispettare le leggi della natura e i delicati equilibri esistenti tra le creature di questo mondo...”

Nell’enciclica ‘Cura della Nostra Casa Comune’, Papa Francesco spiega anche che la disconnessione dell’uomo ci ha purtroppo portato a trattare la natura come una risorsa separata e sottomessa a noi stessi. Di conseguenza, l’uomo ha saccheggiato la natura senza ritegno.
Siamo arrivati a vederci come suoi signori e padroni, autorizzati a saccheggiarla a piacimento. La violenza presente nei nostri cuori (...) si riflette anche nei sintomi di malattia evidenti nel suolo, nell’acqua, nell’aria e in tutte le forme di vita. È per questo che la terra stessa, appesantita e distrutta, è tra i poveri più abbandonati e maltrattati. Abbiamo dimenticato che noi stessi siamo polvere della terra (cfr. Gen. 2,7), che il nostro stesso corpo è composto dei suoi elementi, che respiriamo la sua aria e riceviamo vita e ristoro dalle sue acque.

… la vita quotidiana può facilmente farci dimenticare che le nostre vite sono inestricabilmente intrecciate con il mondo naturale attraverso ogni respiro che facciamo, l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo. Con la nostra mancanza di visione interiore, stiamo distruggendo gli stessi sistemi di supporto vitale da cui noi e tutti gli altri esseri viventi dipendiamo per la sopravvivenza…

Insieme, l’umanità deve agire sulle cause profonde di questa crisi ambientale, determinata dall’uso di combustibili fossili, da modelli di consumo insostenibili, dalla mancanza di consapevolezza e di preoccupazione per le conseguenze delle nostre azioni. 5

Papa Francesco, nella sua ultima lettera, indirizzata all’ultima Conferenza UNEP del novembre 2023, ha anche scritto:

... la distruzione dell’ambiente e un’offesa a Dio, un peccato non solo personale, ma anche strutturale, che mette in grave pericolo tutti gli esseri umani...

A tutti voi rivolgo questo accorato appello: Scegliamo la vita! Scegliamo il futuro! Stiamo attenti al grido della terra, ascoltiamo la supplica dei poveri, siamo sensibili alle speranze dei giovani e ai sogni dei bambini! Abbiamo una grave responsabilità: fare in modo che non venga loro negato il futuro.

È ormai chiaro che il cambiamento climatico in atto deriva dal surriscaldamento del pianeta, causato principalmente dall’aumento dei gas serra nell’atmosfera a causa dell’attività umana, che negli ultimi decenni si è rivelata insostenibile per l’ecosistema. La spinta a produrre e possedere è diventata un’ossessione, sfociata in un’avidità smodata che ha reso l’ambiente oggetto di uno sfruttamento sfrenato. Il clima, impazzito, ci chiede a gran voce di porre fine a questa illusione di onnipotenza. Riconosciamo ancora una volta i nostri limiti, con umiltà e coraggio, come unica via per una vita di autentica realizzazione. 6

Segue con la sesta parte.

Brigitte Kashtan
Psicologo clinico
Coordinatore EnviroCare Zona 6 Sud Europa SSSIO

Note:

  1. Dean Freudenberger, Professore Emerito di Etica Sociale, nel Los Angeles Times, 16 ottobre 1999
  2. Genesi, 2:7, 15
  3. Ecclesiastes Rabbah 7:13 Conferenza Centrale dei Rabbini d’America (CCAR) (27 Ott 2015), CCAR Risoluzione sulla Giustizia Climatica, Disponibile all’indirizzo: https://www.ccarnet.org/ccar-resolutions/ccarresolutionclimate-justice/
  4. https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2023/12/02/0848/01842.html#inglese
  5. Libreria Editrice Vaticana (24 May 2015), Enciclica ‘Laudato Si’ del Santo Padre Francesco sulla Cura della Nostra Casa Comune
  6. https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2023/12/02/0848/01842.html# inglese Papa Francesco, 24 maggio 2015

 

 

 

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