La famiglia si allarga Seconda Parte
Come gestire la sfida costituita dall’ingresso nella famiglia di un nuovo essere: il figlio
Abbiamo già detto di quanto, la nascita di un figlio, soprattutto del primo figlio, rivoluzioni la vita di una donna. Soprattutto se è una donna che lavora, ella può avvertire una sorta di “perdita di identità”, un cambiamento così radicale e repentino da determinare delle ricadute sul piano psicologico. A volte la mammina sarà costretta a lasciare il lavoro, creando così delle difficoltà di carattere finanziario alla famiglia. Naturalmente ogni situazione ha le sue caratteristiche specifiche e non si può generalizzare. Molto dipende dal fatto che la maternità sia stata desiderata e programmata o meno. Anche l’atteggiamento di chi circonda la neo mamma: soprattutto il padre e i genitori (nonni), ma anche gli altri familiari e gli amici possono essere un supporto oppure provocare dubbi e aumentare la confusione. Infatti molto spesso si danno dei consigli non richiesti, interferendo così nella difficile ricostruzione del ménage familiare. È bene, invece, se si vuole essere d’aiuto, muoversi con molta circospezione ed aspettare le richieste di consigli da parte dei novelli genitori.
Per fortuna per molte donne la nascita di un figlio è il coronamento di un sogno accarezzato per lungo tempo e determina un senso di realizzazione della propria identità femminile. Al tempo stesso migliora la propria autostima e il senso di sicurezza oltre a rafforzare i legami con la propria famiglia d’origine. Ora la neo mamma percepisce di essere su un piano di parità con la propria madre. Non è più solo figlia, ma anche madre, e questo rafforzerà la confidenza e la collaborazione tra le due donne.
Ma qual è il posto che, in questa situazione, occupa il padre?
Un tempo si pensava che la relazione più importante, quasi esclusiva nei primi mesi di vita del bambino, fosse quella con la madre. Questo è vero: la relazione con la madre, che è colei che ha portato dentro di sé il nascituro per nove mesi, che lo allatta, lo coccola, lo lava, lo accudisce continuamente, lo nutre d’amore, è fondamentale, vitale. Ma, mentre nel passato il padre, in qualche modo, era “pensato”, “relegato” in un ruolo secondario, di osservatore passivo, oggi le cose sono cambiate in modo sostanziale, soprattutto se la mamma lavora. Così il padre diventa comprimario nel prendersi cura del bambino, nel cambiargli il pannolino, lavarlo e dargli il biberon quando è passata la fase dell’allattamento al seno.
Entrambi i genitori devono sentirsi servitori incaricati da Dio a coltivare le piccole anime che sono nate nelle loro case, come il giardiniere coltiva gli alberi del giardino del proprietario. 1
Invece della “diade” madre-figlio, si viene oggi a costituire una “triade” in cui il ruolo del padre diventa sempre più importante e quasi paritario con quello della madre. E, d’altra parte, si può constatare negli esempi che sono sotto i nostri occhi soprattutto in occidente, che a molti padri fa piacere prendersi cura del proprio figlio. Oramai ci sono tanti papà che collaborano con la madre, in un modo che nel passato non si sarebbe minimamente immaginato. Questo si può notare soprattutto se c’è stata una preparazione della coppia nel periodo prenatale. A questo fine ci sono corsi tenuti da specialisti, e molto si può anche trovare su saggi scritti al fine preciso di preparare la coppia all’evento della nascita del primo figlio. Questo cementa ancora di più l’unione all’interno della famiglia, creando un maggiore senso di sicurezza e solidità.
Inoltre il padre, che si potrebbe sentire trascurato dalla moglie nei primi mesi di vita del bambino e subire quasi un senso di perdita di “centralità” nella relazione di coppia, ritroverebbe ruolo e posizione all’interno della famiglia nel momento in cui venisse coinvolto nella cura del neonato, mentre la madre potrebbe concedersi dei momenti di libertà e riposo, dandosi il cambio con il coniuge.
La funzione paterna… non è secondaria e supportiva rispetto ad una relazione considerata sino ad oggi principe (quella madre bambino), ma è significativa in quanto tale, essenziale e preziosa, pregna di valore in quanto partecipa direttamente alla determinazione di un campo relazionale unico, che esiste anche grazie alla sua presenza.
Il padre non è semplicemente la luce che illumina la diade madre-bambino ma è, assieme a loro, l'essenza di un quadro in cui ogni singola parte ha senso solo in relazione alle altre. 2
È, comunque, sempre bene riservare al rapporto di coppia, che potrebbe entrare in crisi in questo delicato periodo, uno spazio di intimità e affettuosità, delegando di tanto in tanto le cure del bambino a qualche familiare disponibile.
Naturalmente la neo – mamma, una volta passato il primo periodo di “rodaggio”, saprà riacquistare sicurezza e dedicarsi al proprio partner con le stesse attenzioni e cure di prima. La situazione che vede la presenza di una terza persona, il figlio, potrà essere un elemento di consolidamento del legame nella coppia, se gestita con intelligenza, rispetto e amore.
A tale scopo è molto importante che ci sia una buona comunicazione tra il padre e la madre, anche nel periodo precedente alla nascita. La capacità di dialogare e di esternare i propri bisogni, le proprie aspettative, i dubbi, le preoccupazioni, i timori da parte dei due genitori, è il substrato su cui si costruisce un sano rapporto di coppia che faciliterà l’integrazione del nuovo essere nella famiglia. La donna che è lasciata sola nel periodo della gestazione, può avvertire un senso di solitudine ed abbandono che si può ripercuotere sull’esserino che nascerà. Al contrario si è potuto constatare che i bambini che hanno potuto godere dell’accudimento dei padri fin dalla nascita, hanno sviluppato una migliore competenza emotiva e maggiore sicurezza nell’esplorazione dell’ambiente che li circonda.
Tutto questo, comunque, non vuole sminuire il ruolo materno, anzi. È la madre che, sapientemente, coinvolgerà il papà nella cura del bimbo, che avrà un occhio particolare nei confronti del papà cercando di non escluderlo dal rapporto con il bimbo, proprio in vista dei vantaggi che si potranno ottenere sia a livello di coppia sia nella crescita più sicura e armoniosa del figlio. Nella gestione della famiglia e della casa il ruolo della donna rimane fondamentale.
In questo mondo fenomenico, qualunque piacere e soddisfazione una persona possa avere da qualche parte, se non c’è gioia nella casa, diviene un vero inferno. La casa è il paradiso. Il compito della donna è mantenerla tale. 3
Bruna Caroli
Professoressa in Economia, Psicologa, Mediatrice e Armonizzatrice familiare, Educatrice ai Valori Umani
1 Sathya Sai, Sathya Sai Speaks, vol. 1, pg. 70
2 Debora Comi, http://www.centroilmelograno.it/limportanza-della-figura-paterna-per-lo-sviluppo-del-bambino/
3 Sathya Sai, Sanathana Sarathi, 1996, pg. 334