Il cibo, la mente e il comportamento
La mente umana non è un organo anatomicamente identificabile; non può essere né toccata, né operata da medici o da chirurghi, poiché è un ammasso impalpabile di decisioni e di dubbi, di voglie e di avversioni. La sua trama e il suo ordito sono i desideri dell’uomo in relazione agli oggetti e alle sensazioni. Essa ama correre dietro ai piaceri esterni e prende la forma delle cose che cerca, ma può anche essere rivolta all’interno, in cerca della soddisfazione e della gioia interiore; perciò, essa può essere tanto uno strumento di liberazione, quanto causa di schiavitù. [1]
La mente nasce dal cibo che assumete. Com’è il cibo, così è la mente. La parte più grossolana del cibo che ingeriamo viene espulsa, una parte sottile serve per i muscoli e la parte ancora più sottile diventa mente. In modo analogo, la parte grossolana dell’acqua che beviamo diventa urina, una parte sottile diventa sangue e la parte più sottile diventa “PRANA”. Possiamo affermare con certezza che l’acqua contiene “PRANA”. Per questo, se qualcuno sviene, si spruzza dell’acqua sul suo viso; l’acqua permette alla persona svenuta di riprendere i sensi perché contiene “PRANA”. [2]
Il Prana è il “soffio vitale”, cioè il “flusso energetico” che è proprio della struttura sottile dell’essere individuato. [2a]
La mente è condizionata dal cibo ingerito. La sottile trazione esercitata dalla qualità degli elementi la trascina verso qualche desiderio che determina un certo indirizzo al flusso mentale. Perciò, tanto la Gita, quanto tutti gli altri testi scritturali raccomandano un’alimentazione “sattvica” (pura) a chi si dedica alla ricerca spirituale. Quando essa è nutrita di rajas (cibo piccante), ossia di passione e di emozione, di attività e di avventura, galoppa nel mondo con lo slancio del desiderio. Se è nutrita di cibo tamasico, (cioè vecchio e stantio) che ottunde, inebria, accieca la ragione e induce all’ignavia, la mente diventa incallita, inerte e inutile per l’elevazione dell’uomo. [3]
Se si vuole avere una mente pura, ferma e calma, oltre al cibo semplice e naturale, dobbiamo fornirle il nutrimento della meditazione, della preghiera, della ripetizione del nome di Dio e del canto sacro. Se mangeremo cibo sattvico (puro), seduti in un luogo pulito, la nostra mente allora sarà pervasa da pensieri spirituali. Ma qualche volta, per soddisfare il nostro palato, consumiamo ogni tipo di cibo, senza sapere che, ciò facendo, crescono in noi cattive qualità come lussuria, rabbia, avidità, attaccamento, arroganza ed egoismo.
Visto che la tensione mentale è la principale responsabile dei danni arrecati alla salute, l’uomo dovrebbe imparare a tenere sotto controllo le sue passioni ed emozioni, causa di logorio e stress. Inoltre, è di capitale importanza mentre si mangia mantenersi sereni e in pace. Non lasciamoci mai andare in discussioni su argomenti che possono provocare agitazione o alterazione e disturbare quindi la pace mentale durante i pasti. La tensione mentale è causa di malattie. Dovremmo, inoltre, evitare di guardare la TV, video o altro mentre si mangia, poiché ciò potrebbe essere causa di turbamento mentale. [4]
Sappiate che il cibo è il principale responsabile del senso di attaccamento e di repulsione, così come lo è del senso di “io-mio”. Per un sano funzionamento della mente e dell’intelletto è estremamente importante regolare le abitudini alimentari. La mente è davvero enigmatica. [5]
Le buone qualità come la pace, la paziente sopportazione, l’amore e l’attaccamento alla Verità possono essere alimentate solamente mangiando del cibo puro.
Se ci si nutre di cibo animale, si risvegliano tendenze animali. Tale cibo, tali i pensieri. Gli uomini d’oggi hanno un comportamento più selvaggio di quello delle belve della foresta; sono diventati crudeli, spietati e senza cuore. Perfino fra simili vien meno la comprensione e l’umanità. La causa principale di ciò sta nel tipo di cibo assunto. [6]
L’egoismo sta crescendo, mentre l’altruismo e l’aiuto agli altri stanno diminuendo. Il cuore sta diventando sempre più duro. L’intelligenza si sviluppa, ma le buone qualità stanno diminuendo. Tutte le agitazioni e la mancanza di pace nel mondo possono essere fatte risalire alle nostre abitudini alimentari.
Se qualcuno ci critica e ci offende e noi ci rinchiudiamo in noi stessi e la nostra gioia e pace se ne vanno e abbiamo l’impressione che tutto il mondo sia contro di noi, la ragione di questa reazione risiede nel cibo che abbiamo preso. Se invece faremo attenzione al cibo, possiamo ottenere l’equanimità e non essere più eccitati e vittime delle lodi come dei biasimi. [7]
Il cibo sattvico favorisce la Realizzazione e la Liberazione dalla dualità e relatività del mondo, mentre il cibo rajasico genera pensieri virulenti. Consumando cibo non vegetariano sviluppiamo un brutto modo di pensare. Coloro che praticano la meditazione devono astenersi dal consumare la carne.
Leggiamo libri spirituali, preghiamo e meditiamo, ma la nostra mente rimane la stessa. Gli effetti di queste pratiche non raggiungono la nostra mente. La ragione di ciò è che non abbiamo cambiato le nostre abitudini alimentari.
Marta Beneventi Ricercatrice Letteratura Sathya Sai
[1] Sathya Sai, La voce dell’Avatar Vol. 1, Maingraf srl, 1983, pg.52
[2] Sathya Sai, Corso Estivo 1993, Mother Sai Publications 1995, pg. 97
[2a] Glossario Sanscrito, Edizioni Asram Vidya, 1988, pg.151
[3] Sathya Sai, La voce dell’Avatar Vol. 1, Maingraf srl, 1983, pg. 52, 53
[4] Sathya Sai, Discorso 21 gennaio 1994
[5] Sathya Sai, Corso estivo 1990, Mother Sai Publications, 1992, pg. 110
[6] Sathya Sai, Corso estivo 1990, Mother Sai Publications, 1992, pg. 43
[7] Sathya Sai, Quelli che Dio ama di più, pg. 54, 55