Alberi sacri - Parte 7 - Olivo
PALESTINA
La regione mediorientale, che ora comprende l’odierno Israele, la Palestina, il Libano e la Siria, per la posizione geografica e le condizioni naturali, ospitava una gran varietà di boschi. Molti ricercatori hanno documentato la ricchezza forestale dell’intero territorio, ed è certo che, nel periodo biblico, la Terra d'Israele fosse più ricca di vegetazione arborea, rispetto adi oggi. Nel corso del tempo l'arrivo nel paese dei Figli d'Israele e di altre tribù (intorno al dodicesimo secolo a.C.), e la crescita naturale della popolazione hanno incrementato l'esigenza di terra per l'insediamento abitativo e rurale, con i conseguenti disboscamenti.
Le rimozioni delle aree boschive avvenivano inizialmente dove sarebbero sorti gli insediamenti umani, ma, successivamente, furono anche abbattuti gli alberi delle foreste in zone più distanti per fornire legname per l'edilizia, la realizzazione di arredi e il riscaldamento.
Ora il territorio presenta le medesime caratteristiche delle zone limitrofe, come parte dell’Egitto e del bacino che un tempo era la Mesopotamia, e quindi la vegetazione è del tutto simile e quella già vista nel precedente articolo. L’agricoltura intensiva ha soppiantato la vegetazione spontanea, per coprire i fabbisogni della popolazione.
Molti ricercatori hanno documentato la varietà arborea un tempo presente nel paese, costituita soprattutto da olivi, carrubi, fichi, mandorli, meli, vite, melograni, cipressi, sicomori, pistacchi, pini d’Aleppo, acacie, cedri (del Libano), querce, palme, ecc.
Nell’Antico Testamento si trovano diverse citazioni riguardanti gli alberi d’Israele:
«Sono sazi gli alberi del Signore / i cedri del Libano da lui piantati», Salmo 104, 16.
«Persino i cipressi gioiscono per te / e anche i cedri del Libano: / Da quando tu sei prostrato / non sale più nessuno a tagliarci», Isaia 14, 8.
«Andate al monte e portatene rami di ulivo, rami di olivastro, rami di mirto, rami di palma e rami di alberi ombrosi, per fare capanne, come sta scritto», Neemia 8, 15.
Nella Bibbia il cedro del Libano è citato più volte a simboleggiare la nobiltà, la regalità e la forza. Dopo l’incenso, è l’albero più citato nella Bibbia (70 volte), ma solo nell’Antico Testamento, il che induce a pensare che la sua collocazione si spostò via via nelle zone più montuose, dove anche ai nostri giorni è ancora presente. La sua fama è legata a quella di re Salomone che “Parlò di piante, dal cedro del Libano all’issòpo che sbuca dal muro” (1 Re, 5,6) e ne chiese in abbondanza a Chiram, re di Tiro, per costruire il Tempio a Gerusalemme.
IL GIARDINO DELL’EDEN
“Poi ELOHIM, piantò un giardino a oriente, nella regione di Eden, e vi mise l’uomo che aveva plasmato.
Fece germogliare dal suolo alberi di ogni specie: erano belli a vedersi e i loro frutti squisiti. Nel mezzo del giardino piantò due alberi: uno per dare la vita e l’altro per infondere la conoscenza di tutto”.
(Genesi 2,8-10)
Dio proibì ad Adamo di mangiare i frutti dell’albero della conoscenza, ma, come è noto, la sua disobbedienza portò alla cacciata dal giardino dell'Eden, negando all'uomo anche l’accesso ai frutti dell’albero della vita eterna, così che il dio YHWH disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre». (Genesi 3,22)
Esiste una leggenda medioevale, che al tempo stesso è un’allegoria ermetica che narra della Morte di Adamo e dell’origine dell’Albero della Croce.
Il tema del Paradiso terrestre è molto presente nel Medioevo, e anche nella Divina Commedia Dante Alighieri pone il Paradiso Terrestre sulla sommità del monte del Purgatorio. Sta a rappresentare l'ultima tappa del percorso di purificazione che compiono le anime per poter accedere al Paradiso. È descritto come una foresta lussureggiante percorsa dal fiume Lete, che toglie la memoria del male commesso e il fiume Eunoè, che rinnova la memoria del bene compiuto. Piero della Francesca rappresentò questa storia molto popolare ai suoi tempi su un’intera parete nella Basilica di San Francesco ad Arezzo.
La leggenda narra che Adamo, sentendosi anziano e sul punto di morire, chiamò a sé il figlio minore Set, affinché andasse nell’Eden per raccogliere l'olio per la redenzione dai suoi peccati.
Set ritrovò facilmente il cammino seguendo i segni che suo padre aveva lasciato per via del peccato commesso, perché, dove Adamo ed Eva erano passati sulla via dell’esilio, la terra non dava frutto. L'angelo guardiano del paradiso diede a Set tre semi di alberi presenti nel Giardino dell'Eden e quello del frutto del Bene e del Male perché li piantasse nel punto in cui suo padre sarebbe morto. Set li seminò e nacquero 3 piante sulla tomba di Adamo: una di cipresso, l'altra di palma, la terza di olivo. Crescendo progressivamente, i loro rami si mescolarono in un'unica coppa. Gli alberi furono trapiantati in varie occasioni dagli Israeliti durante il loro peregrinare nel deserto. Mosè lo utilizzò e la regina di Saba lo riconobbe in un blocco della porta del famoso tempio di Salomone a Gerusalemme. Il suo tronco fu portato alla piscina probatica, che divenne miracolosa; dà lì fu seccato ed elevato al Calvario trasformandosi nella Croce di Gesù.
UN ALBERO AL GIORNO
OLIVO – Olea europaea
Famiglia Oleaceae
Ulivo o Olivo
È coltivato da tempi antichissimi in tutto il bacino mediterraneo. È un albero sempreverde, latifoglie, la cui attività vegetativa è pressoché continua, con attenuazione nel periodo invernale. È considerato di seconda grandezza, raggiunge i 15 - 20 metri. Ha tronco cilindrico, bruno, screpolato, rami folti e obliqui, foglie lanceolate, argentee, persistenti, coriacee. I fiori piccoli, biancastri, sono ermafroditi e sono raggruppati all’ascella delle foglie, in numero di 10–15, in grappolini, che vengono emessi all’inizio della primavera. La fioritura vera e propria avviene, secondo le cultivar e le zone, da maggio alla prima metà di giugno.
Il frutto, l’oliva, è una drupa globosa, ellissoidale o ovoidale, a volte asimmetrica. È formato da una parte "carnosa" (polpa) che contiene l'olio e dal nocciolo legnoso e rugoso. Il peso del frutto varia tra 1–6 grammi secondo la specie, la tecnica colturale adottata e l'andamento climatico. Ottobre-dicembre è il periodo della raccolta delle olive, a cui segue la spremitura e la produzione dell’olio.
Il legno d’olivo è duro, a grana fine, di colore da giallastro a brunastro, ed è molto ricercato, perché perfettamente lavorabile e lucidabile. Fra le piante arboree l’Olivo si distingue per la sua longevità: infatti può raggiungere tranquillamente i 500 anni di età e se ne sono stati trovati esemplari anche di 2000 anni.
Utilizzo e proprietà terapeutiche
L’olio di oliva è fondamentale nell’alimentazione, e viene chiamato “oro verde”. Costituisce un alimento prezioso sia per la componente vitaminica ad attività antiossidante, sia per gli acidi grassi insaturi che contiene. Ha proprietà ipoglicemizzanti, antiossidanti, antiaritmiche, ipotensive e spasmolitiche a livello della muscolatura liscia intestinale. È quindi una panacea naturale.
Le foglie fresche della pianta hanno dimostrato di agire sulla riduzione di colesterolo, le foglie secche in decotto sono utilizzate contro gotta e reumatismi. Nella medicina omeopatica e naturale l’olivo, sotto forma di granuli, gocce, tintura madre e macerato glicerico è il rimedio contro febbre e pressione arteriosa elevata.
Simbologia
Nella Bibbia è simbolo di pace, fecondità, benessere, benedizione. Alla fine del racconto del diluvio, una colomba ne porta a Noè un ramoscello, a significare che le acque si erano ritirate.
Tutte le culture del Mediterraneo sono accomunate dall’olivo, quale emblema della sacralità stessa, e forse per questo motivo il ramo d’olivo fu eletto da tutti i popoli quali simbolo della Pace. Una ghirlanda di rami d'ulivo circonda il globo terrestre nella bandiera dell’ONU.
Secondo la leggenda greca, fu la dea della giustizia Athena, a donare l’olivo agli Ateniesi.
Secondo i Romani, i gemelli Romolo e Remo nacquero sotto un albero d’olivo, come pure si racconta dei gemelli divini Diana ed Apollo. È forse a ciò che dobbiamo l’attribuzione all’olivo di poteri protettivi per neonati e bambini. L’olio d’oliva è largamente usato nei riti cristiani: nel Battesimo e nella Cresima, nel sacramento del Sacerdozio e nell’Estrema Unzione. La stessa parola “Christos”, Cristo, significa “Unto”. Anche nel mondo pagano diversi incantesimi e riti di protezione prevedono l’uso dell’olio d’oliva.
Le corone di ulivo erano intrecciate per decorare il capo degli sposi nell’Antica Grecia e presso i Romani, quale il simbolo di un’unione matrimoniale salda e duratura.
Ispirazioni
L’Olivo è praticamente indistruttibile: quando il tronco viene tagliato, la pianta emette nuove gemme anche dai monconi. Sopravvive a qualsiasi spaccatura dei rami e, a volte, anche agli incendi. Seppure distrutto dal freddo, in primavera sa rinascere e, come un miracolo, emettere nuovi freschi polloni.
Ispiriamoci a queste sue caratteristiche di longevità e resistenza per acquisire amore per la vita, costanza e capacità di sconfiggere le avversità.
"...Olivo, albero essenziale, dall'ombra lieve come
una carezza, eppure ossuto, e nodoso, e carico
di ferite, uguale alla vita." (Padre Turoldo)
Olimpia Giovine
Agronomo e Formatrice