EDUCARE: La Cura della NATURA
Nella nostra società ha assunto un potere preponderante un’ampia conoscenza scientifica che tiene in poco conto il rispetto della Natura, nonostante da vari decenni studi sempre più attenti mettano in luce il dannoso intervento dell’uomo sull’equilibrio naturale, che sta portando all’estinzione di varie specie viventi, alla diffusione di malattie dovute all’inquinamento dei cinque elementi e a varie catastrofi come inondazioni o, all’opposto, siccità.
È l’egoismo che spinge l’uomo a rubare, a defraudare tutti i poteri insiti nella Natura, generando squilibrio. L’uomo estrae dal sottosuolo petrolio, ferro, minerali e prodotti vari, esaurendone tutte le risorse. A causa dell’impoverimento della terra si vede un po’ ovunque il verificarsi di numerosi terremoti, disastri, frequenti inondazioni, tutte sciagure che abbassano il livello umano. [1]
Come è grande la nostra responsabilità per gli eventi naturali che stiamo vivendo!
Rispetto alla generazione uscita da due guerre mondiali con la fiducia di aver sconfitto ogni guerra per il futuro, noi ci rendiamo conto che ciò non è avvenuto e che, per di più, decine di migliaia di bambini muoiono ogni giorno per fame.
Allora come possiamo accampare tanto orgoglio per la nostra civiltà fondata sul progresso tecnico-scientifico? Quale Progresso abbiamo messo in atto? Come si è modificato il nostro rapporto con la Natura?
Gli antichi nutrivano un sacro stupore nei confronti della Natura, da questo stupore è nata l’indagine intorno ai fenomeni naturali, come afferma Platone e conferma Aristotele.
L’età moderna è stata caratterizzata da una ricerca tendente a dominare la Natura. La rivoluzione scientifica a partire dal XVI secolo ha gradualmente assunto l’obiettivo di conoscere per intervenire nei processi naturali, con la costruzione di strumenti sempre più raffinati, sfruttando i materiali del pianeta in modo indiscriminato.
Lo sviluppo sostenibile che molti attenti ricercatori affermano da decenni, si può tradurre nella pratica del Tetto ai desideri proposto da Sathya Sai: Eliminare la tendenza a sprecare tempo, denaro, cibo ed energie e utilizzare i risparmi a servizio dell’umanità.
Non si tratta di negare il progresso, quanto piuttosto di regolarlo. È necessario uscire dalla trappola di una rete di bisogni indotti che non producono benessere e pace interiore e porre rimedio alle ingiustizie che ci circondano: riflettiamo sul fatto che meno del 20% della popolazione mondiale possiede l’80% delle risorse.
Nell’enciclica” Laudato sì” di Papa Francesco c’è un elogio della sobrietà, affine al tetto ai desideri sopra menzionato. Uno sviluppo sostenibile è da una parte il prodotto della protezione dell’ambiente e della Natura, dall’altra di un cambiamento del nostro stile di vita, che dia più valore all’incontro fraterno e solidale tra le persone e all’aiuto nel momento del bisogno.
Insegnante di Filosofia ed Educatrice ai Valori Umani
Ester Campoli
[1] Sathya Sai, EDUCARE Human Values,Mother Sai Publiactions, 2009, pg. 137