Impronte femminili nel tempo - Parte 2
Se potessimo utilizzare un tappeto magico per scivolare sull’eterno e fugace fiume del tempo ed andare a scoprire, in ere remote, le impronte che la donna ha lasciato nelle antiche civiltà in cui è vissuta, scopriremmo come le vere donne, esprimendo i valori insiti nel più profondo del loro essere, hanno caratterizzato il quotidiano, nelle loro società di appartenenza, tramandando fino ai nostri giorni gli aspetti più femminili di forza, determinazione, dedizione, comprensione, devozione e bellezza. Iniziamo questo nostro viaggio fantastico ed insolito da Est e troviamo che ….
Nel Mondo Miceneo, secondo quanto si può dedurre dai poemi omerici, la donna, pur sottoposta all'autorità del marito, era in grande considerazione e godette di una libertà impensabile nell'età successiva. Il suo normale destino era il matrimonio, riceveva dal padre una dote e lo sposo che non poteva rifiutare. Il suo precipuo dovere era quello di provvedere al buon andamento della vita domestica, controllare il lavoro delle schiave, allattare i figli e provvedere alla loro educazione nei primi anni di vita. Godeva anche di molta libertà e poteva uscire di casa senza il marito purché accompagnata da un'ancella.
“Se la moglie considera sacra la casa del marito, quella casa sarà per lei il luogo più bello, e le fornirà tutte le capacità e le qualifiche che desidera. Un santo poeta scrisse: “La casa è il suo tempio, la sua scuola, il suo campo da gioco, l’arena politica, l’agro sacrificale e l’eremitaggio.” (1)
“La donna degna del nome di moglie: è la donna che sa conoscere la mente del marito, amarlo con sincerità e parlargli sempre con dolcezza, da vera amica. Solo in quel modo sarà la compagna del marito nel compimento dei doveri della vita matrimoniale e nel pellegrinaggio verso Dio.” (2)
Nella Cultura Ebraica la Kabbalà insegna che Dio creò il mondo poiché Egli desiderò una dimora nei mondi inferiori. Egli creò gli esseri umani, divisi per sessi in uomo e donna per portare il suo desiderio a buon fine. Sia l’uomo che la donna hanno un ruolo preciso da svolgere, consono alla loro essenza, senza il quale la Dimora Divina non sarebbe completa. L’uomo si vede, si sente, va alla conquista, e alla riscossa, mentre la donna è meno appariscente, riservata, quasi silenziosa ma non per questo meno importante. Il femminile proviene dalla Shechinà, la presenza Divina, l’aspetto femminile del Signore, è un ruolo interno, meno visibile ma alquanto presente proprio come la Shechinà che si trova ovunque ma non si vede. La donna è spiritualmente più elevata e non ha bisogno di ‘salire’, di essere innalzata, poiché è connaturata in un posto superiore, la donna non ha bisogno di un ricordo tangibile che Dio è sovrano su di lei, ce l’ha nel suo DNA. L’ebraismo mette la donna su un piedistallo, e contemporaneamente le dà spazio e la incoraggia a crescere fisicamente e spiritualmente. Scrisse il Re Salomone: “Una donna di valore è la corona del marito.” Spiegano i maestri chassidici: arriverà il momento in cui il femminile sorpasserà il maschile in questo mondo, come una corona che viene messa sopra al capo. Per millenni il mondo è andato avanti con la tirannia, il dominio, la forza bruta – tutti aspetti prettamente maschili; ora le correnti stanno lentamente ed inesorabilmente puntando verso la saggezza del dialogo, verso la dolce persuasione femminile, verso il mondo a venire, l’Olam Habbà – il mondo di Mashiach.
“Le donne se sono dotate di buone qualità e se queste qualità si uniscono alle buone azioni e alle buone abitudini, al rispetto della ‘ Legge eterna’ e alla disciplina spirituale, allora dovunque vadano, la loro educazione sarà valida e vantaggiosa per la società.” (3)
La condizione della donna araba circa i ruoli e le responsabilità delle donne all'interno delle società di cultura prevalente musulmana, dipende grandemente da paese a paese. I paesi a maggioranza musulmana concedono alla donna vari gradi di diritti riguardo a matrimonio, divorzio, diritti civili, status legale, abbigliamento ed istruzione, in base a diverse interpretazioni della dottrina islamica e dei principi di laicità. Tali paesi presentano alcune donne in alte posizioni politiche, ed hanno eletto diversi capi di stato donna.
Principesse o semplici borghesi che siano, in Arabia Saudita le donne fin dall’infanzia vengono educate ad un “sacro rispetto” del maschio. Il figlio maschio è sempre una benedizione, così che se per sventura nasce una femmina, la madre riceve la commiserazione di parenti e vicini: “Vedrai, sei ancora giovane, la prossima volta sarà maschio!”.
“La donna deve essere pronta a sacrificare la vita per salvare l’onore e disposta a coltivare e preservare la sua modestia e il senso di venerazione per il marito.” (4)
Della Donna Greca abbiamo notizia solo di quella ateniese. Essa viveva praticamente reclusa, se sposata usciva di casa soltanto nelle feste religiose, in occasione di un matrimonio o di un funerale; ma se in casa giungeva improvvisamente un uomo qualsiasi a far visita, doveva subito ritirarsi nel gineceo; se nubile non poteva neanche girare per casa; però poteva diventare sacerdotessa, e se mamma, allattare e allevare i figli, proprio come la donna micenea.
La donna etrusca aveva un posto di tutto rispetto nella società, e non esisteva una separazione netta tra i sessi sia nella vita privata che in quella pubblica. Ella curava molto il suo aspetto come vediamo nelle pitture delle necropoli ed è sempre raffigurata in pose eleganti con vesti preziose e adornata di gioielli, inoltre nelle tombe sono stati rinvenuti pettini, fibbie, gioielli, vasetti di cosmetici, bottiglie di profumo e specchi di bronzo squisitamente lavorati che talvolta recano il nome della proprietaria dell’oggetto e possiamo pensare che la donna etrusca fosse in grado di leggere.
Un reperto molto conosciuto, che l'archeologia ci ha tramandato, è il sarcofago degli sposi, il klinè, tipico letto da banchetto, che raffigura due coniugi in un atteggiamento affettuoso, l’uno accanto all’altro, il marito che cinge con un braccio le spalle della moglie volto a sottolineare che la donna e il matrimonio fossero tenuti in grande considerazione nella società etrusca.
“La donna che sta vicino al marito con sentimenti di vero amore, in realtà è un fiore che emana un raro profumo, una gemma preziosa che dà lustro alla famiglia. In verità una donna virtuosa è un vero gioiello” (5)
La Donna Romana godette di maggiore libertà rispetto a quella greca, essa svolse sempre un ruolo importante nella famiglia, non solo come mamma e custode della casa, ma spesso anche come confidente e consigliera del marito, e riceveva inoltre una istruzione regolare. Però anche qui era sottoposta all'autorità del marito. La donna più famosa arrivata a noi è Cornelia figlia di Scipione l’Africano, si racconta che un giorno Cornelia ricevette la visita di una ricca matrona romana, che ostentava e decantava i gioielli che indossava; Cornelia la lasciò parlare, poi chiamò i suoi figli e, rivolgendosi alla matrona, disse con orgoglio: «Questi sono i miei gioielli».
“La donna, che ha la responsabilità della casa, svolge il ruolo principale nel procurare buon nome e buona reputazione alla casa. Essa svolge il ruolo più importante, non solo rispetto alla singola casa, ma anche per il buon nome della nazione e del mondo.” (6)
Continueremo questo viaggio nella storia delle donne nel prossimo articolo…
Bettina Di Carlo
Educatrice ai Valori Umani
(1) Sathya Sai - Echoes from Kodai Hills, 1998
(2) Sathya Sai - Dharma Vahini
(3) Sathya Sai - Dharma Vahini
(4) Sathya Sai - Discorso del 5 Giugno 1994
(5) Sathya Sai - Dharma Vahini
(6) Sathya Sai - Echoes from Kodai Hills, 1998